Upcycling: la sostenibilità rappresenta il futuro della moda

Upcycling la sostenibilità rappresenta il futuro della moda

Ormai da qualche anno a farsi sempre più spazio nel mondo della moda è l’upcycling, ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Upcycling la sostenibilità rappresenta il futuro della moda
Levi’s® Upcycling Project – Photo Leonardo Male

Non solo una trend ma un vero mercato, più sostenibile e green. Ma bisogna fare differenza tra i termini che sentiamo più spesso nominare: recycling e upcycling. Nel primo caso il materiale viene recuperato e, per esempio, se si tratta di un tessuto trasformato in nuovo filato. Nel secondo procedimento, invece, si passa attraverso il ri-uso e la creatività. In questo modo capi vintage, ma anche pezze e dead-stock, così come sono, vivono una nuova vita, modificate in virtù dello stile che vogliamo dargli. Il capo in disuso viene ripensato nella in parte o nella sua totalità e destinato ad una nuova vita: una gonna diventa una borsa, una giacca la seduta di una sedia e così via.

Perché è importante fare questa differenza? In tre semplici punti:

  • Riciclare non è così semplice come può sembrare. Nel settore moda, la Ellen Macarthur Foundation ha stimato che l’1% dei vestiti viene riciclato, quindi quasi niente, riciclare i vestiti non è davvero un’opzione su cui si può contare nel caso della moda.
  • Riciclare implica nuovi processi di lavorazione. Significa che non viene eliminato del tutto l’inquinamento derivante dai processi, per quanto possano essere sostenibili, avranno comunque un impatto sull’ambiente.
  • Riciclare costa più di riutilizzare. È anche uno dei motivi per cui una piccolissima percentuale di vestiti viene riciclata, produrre da zero costa meno che riciclare, soprattutto se parliamo di fast fashion. Per questo l’obiettivo è ormai evitare di produrre e comprare, e non riciclare.

Oggi essere consapevoli di ciò che si crea è un must, e lo riscontriamo nel successo dei talenti emergenti nel mondo del lusso. Bode per esempio produce abiti artigianali unici nel loro genere. Tagliati da tessuti antichi, trapunte vittoriane, sacchi di grano e biancheria da letto. È salito rapidamente al successo dopo aver vinto il CFDA Fashion Award for Emerging Designers nel 2019. Le sue creazioni upcycled sono state indossate da celebrities del calibro di Bella Hadid, Harry Styles e Dua Lipa.

Sulla piattaforma TheRealReal, per esempio, esiste tra i grandi marchi in vendita, una sezione dedicata alla moda upcycle realizzata in co-lab con Maurizio Donadi di Atelier & Repairs. Il progetto si chiama ReCollection 01 e comprende 54 capi di designer celebri, come Stella McCartney e Balenciaga, che, danneggiati o invendibili per svariati motivi, diventano creazioni uniche e riciclate.

L’upcycling è uno dei cinque modelli dell’economia circolare il cui obiettivo nel settore moda è contrastare il consumismo e la sovrapproduzione della fast fashion incentivando il riuso di ciò che è già stato prodotto. Il fast fashion e comunque il fashion, genera una montagna di vestiti buttati via ogni anno e ha un enorme impatto sull’ambiente: si stima che a livello globale, ogni anno vengono creati circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili. Entro il 2030, si prevede che scarteremo più di 134 milioni di tonnellate di tessuti all’ anno. Gran parte del problema dipende dai materiali utilizzati per fare i vestiti: fibre non riciclabili, non biodegradabili e dalle fibre quasi sempre utilizzate in mischia e quindi difficili da riciclare e trasformare in nuove fibre e, soprattutto dalla loro scarsa qualità che ne permette un utilizzo assai limitato nel tempo.

Il modello tradizionale “prendere, produrre, scartare“, che non presta attenzione ai materiali giunti a fine vita, deve essere modificato per valorizzare lo scarto e farlo diventare risorsa. La conclusione è sempre la stessa e semplicissima: riutilizzare in qualunque modo i vestiti è più conveniente e sicuramente più ecosostenibile rispetto a produrne di nuovi.

Riciclare vecchi jeans: un progetto innovativo

Vittoria Valzania celebra upcycling con Reejeansiamo

Chi non ha un paio di jeans vecchio e non più indossato? Sicuramente tantissime persone! Ma niente panico, invece di buttarli via potete benissimo riutilizzarli per realizzare tantissime idee fantastiche e sorprendenti!

L’upcycling è un’opportunità concreta per evitare gli sprechi e regalare un futuro alternativo ai capi un tempo tanto amati e che, adesso, che non vengono più indossati. Questo è proprio il concetto che guida il progetto di upcycling Reejeansiamo: la creazione di un qualcosa di unico e nuovo che parte da prodotti pre-esistenti, reinventati e riconvertiti grazie al recupero dei materiali e al loro riutilizzo creativo.

Scopri il progetto Reejeansiamo a questo link.